ALESSI, GALEAZZO
1512 - 1572 (architetto)

Galeazzo Alessi nacque a Perugia. Curò la propria formazione di architetto sotto la guida di Giovan Battista Caporali, traendo fonte di ispirazione grazie all'attento studio delle costruzioni antiche. Per quanto riguarda l'evoluzione del suo stile, enorme importanza ebbe inoltre l'incontro a Roma con Michelangelo Buonarroti.
A Perugia fu molto attivo, incidendo profondamente nella progettazione di numerosi edifici e nell'opera di rinnovamento del centro storico della città. Pregevoli i suoi interventi nella Rocca Paolina, nella Porta della facciata meridionale del Duomo e nella loggia del Palazzo dei Priori.
Fu molto attivo anche ad Assisi, contribuendo alla realizzazione della Basilica di Santa Maria degli Angeli, mentre per la famiglia Della Corgna, grande estimatrice dell'architetto, realizzò il Palazzo di famiglia, restaurò il Castello di Pieve del Vescovo a Città della Pieve e la residenza estiva del cardinale Fulvio della Corgna.
A partire dal 1548 lascia Perugia, trasferendosi a Genova, presso la Repubblica, per i lavori di ristrutturazione del Porto, progettando inoltre numerosi edifici presso la Strada Nuova e la Basilica di Santa Maria in Carignano.
Nello stesso periodo fu anche a Milano, dove in seguito si trasferirà definitivamente, lavorando alla progettazione di Palazzo Marino (attuale sede del Municipio), della Chiesa di San Barnaba, di San Vittore in Corpo e della facciata della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli.

BEVIGNATE, FRA'
1250 - 1305 (architetto)

Fra' Bevignate fu architetto e frate benedettino dell'ordine di San Silvestro. Nasce probabilmente a Cingoli, comune delle Marche in provincia di Macerata, ma la sua lunga attività nella città di Perugia e dintorni, il suo prezioso contributo alla realizzazione di numerose opere cittadine, fa del personaggio un membro eminente della cultura locale.
A lui furono affidati il progetto e il disegno della Fontana Maggiore di Perugia, realizzata in collaborazione con Nicola Pisano e Arnolfo di Cambio, due fra i maggiori scultori dell'epoca.
Verso la fine del XIII secolo si reca a Gubbio, per lavorare alla costruzione della Chiesa di San Francesco, mentre fra il 1295 e il 1300 si adopera per la direzione della fabbrica del Duomo di Orvieto, progettandone il disegno iniziale, la struttura delle navate e il primo ordine della facciata.
In seguito venne incaricato dal comune di Perugia della costruzione del Duomo, opera che non potrà portare a compimento. In un documento del 1305 si attesta l'attribuzione da parte del comune della città la mansione di direttore "di ogni impresa", incarico che aveva già ricoperto in passato e che manterrà fino alla morte.

CAPITINI, ALDO
1899 - 1968 (filosofo)

Aldo Capitini nasce a Perugia, in una famiglia di modeste possibilità, curando la propria formazione umanistica da autodidatta, imponendosi ritmi di studio molto gravosi. Nel 1924 vince una borsa di studio presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, frequentando il curriculum scolastico di Lettere e Filosofia.
E' proprio in questo periodo che matura la sua scelta improntata al vegetarianesimo, come espressione integrale di una volontà nonviolenta. Divenuto segretario della scuola, ne verrà allontanato in seguito al rifiuto di sottoscrivere la tessera del Partito Nazionale Fascista.
L'ambito principale delle sue riflessioni è la crescita di consapevolezza della cultura della nonviolenza, intesa non come scelta passiva di accettazione, ma come effettivo strumento di "lotta".
Dopo gli anni dell'antifascismo si dedicherà infatti ad iniziative pacifiste, come la celebre marcia Perugia - Assisi, organizzata per la prima volta da Aldo Capitini il 24 settembre del 1961, simbolo della Pace e della fratellanza fra i popoli, marcia che tuttora si svolge con cadenza biennale.
Fra le sue opere filosofiche di maggiore importanza si ricordano Elementi di un'esperienza religiosa (1937), Saggio sul soggetto della storia (1947), Le tecniche della nonviolenza (1967) e gli Scritti sulla nonviolenza (1992).

DI BETTO, BERNARDINO "IL PINTORICCHIO"
1454 - 1513 (pittore)

Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio, fu allievo della scuola del Perugino, la stessa bottega presso la quale si formò Raffaello, il massimo esponente della nuova pittura. Il suo modo vivace e fantasioso di illustrare e decorare finemente segnarono un deciso ritorno al gusto e allo spirito della pittura tardo - gotica.
Ancora giovanissimo si recò a Roma con il maestro, per aiutarlo nella decorazione degli affreschi per la Cappella Sistina. Durante la sua permanenza nella capitale conobbe il Botticelli e il Ghirlandaio, arricchendo la sua cultura di elementi toscani, favorendo l'acquisizione di uno stile personale, molto apprezzato negli ambienti romani. Negli anni 1486-1489 sarà nella capitale per dipingere gli affreschi della Cappella Bufalini in Santa Maria Aracoeli, che rimarranno tra le sue più felici opere, caratterizzate da una schiettezza giovanile e la vivacità del racconto, grazie alla lezione prospettico - spaziale del Perugino.
Sempre a Roma, presso l'Appartamento di Alessandro VI Borgia, in Vaticano, il Pintoricchio negli anni 1492-1495 conduce l'esecuzione di affreschi decorativi, grottesche e stucchi ricchi e fantasiosi. Le parti migliori della composizione, dovute certamente al Pintoricchio, sono il Martirio di San Sebastiano, la Disputa di Santa Caterina e le Storie di Santa Susanna.
Un altro luogo in cui si può ammirare l'eccellente arte del Pinturicchio sono gli affreschi eseguiti intorno al 1500 nella Cappella Baglioni, nella Chiesa di Santa Maria Maggiore a Spello.

DI LIBERATORE, NICCOLÒ "L'ALUNNO"
1430 - 1502 (pittore)

Niccolò di Liberatore, detto "l'Alunno", nasce a Foligno, e deve il suo soprannome all'errata interpretazione attribuita dal Vasari alla firma del pittore "alumnus Fulginie". Lo stile dell'Alunno si caratterizza per il tratto teso ed asciutto.
Riceve la propria educazione artistica dai maestri Angelico e, per suo tramite, del Gozzoli, ma distinguendosi ed elevandosi nettamente al di sopra di essi per un più sincero sentimento mistico, in grado di tradurre l'emotività e il patetismo tipico della scuola umbra in termini di vivo risalto plastico e di drammatico plasticismo. Questo aspetto è particolarmente evidente nel Polittico del Duomo di Assisi (1470), e in quello della Chiesa di San Francesco di Gualdo Tadino (1472).

DI LORENZO, FIORENZO
1440 - 1525 (pittore)

Fiorenzo di Lorenzo è un pittore di cultura complessa, arricchita dalle molte esperienze non solo fiorentine, ma padovane e forse anche ferraresi.
La Galleria Nazionale di Perugia conserva un prezioso Trittico, ancora legato interamente all'ambiente perugino. Dopo alcuni anni di assenza dalla città natale, si ripropone con caratteristiche del tutto mutate, come si può notare nel San Sebastiano, anch'esso visibile presso la Galleria Nazionale di Perugia, dove chiaramente risaltano elementi tipici della pittura del Mantenga, come le architetture in rovina, i panneggi frantumati e il dinamismo anatomico.
La personalità dell'artista nel suo insieme, resta tuttavia una sorta di mistero, a causa della quasi totale assenza di notizie ed opere certe, fatta eccezione per un Tabernacolo dipinto nel 1487.

DOTTORI, GERARDO
1884 - 1877 (pittore)

Gerardo Dottori fu artista futurista e areopittore di grande importanza nel panorama italiano ed europeo. Frequenta a Perugia l'Accademia di Belle Arti e dopo un breve soggiorno a Milano, torna nella città natale, aderendo nel 1912 al Movimento Futurista, scelta che caratterizzerà integralmente la carriera artistica del pittore e poeta perugino.
Nel 1920 fonda una rivista, con l'intento di diffondere a Perugia le idee e lo spirito del futurismo, mentre a Roma si prepara la sua prima mostra personale.
Quattro anni più tardi esporrà le proprie opere presso la Biennale di Venezia, primo artista futurista a raggiungere tale palcoscenico, che lo vedrà protagonista in ben dieci edizioni.
Le migliori realizzazioni di Gerardo Dottori riguardano l'aeropittura, una delle più suggestive declinazioni della pittura futurista, codificata nel 1929 dal Manifesto dell'Aeropittura Futurista, redatto con Martinetti, Balla e altri.
A partire dal 1939 resse la cattedra del corso di Pittura all'Accademia di Perugia, fino al 1947.
Nel 1941 fonda il Manifesto Umbro dell'Aeropittura, chiarendo le linee fondamentali della sua pittura, dove dichiara che la bellezza risiede nella rappresentazione di ambienti e paesaggi misticheggianti.
I paesaggi aerei umbri rimangono fra le sue migliori realizzazioni, fra le quali spiccano la Primavera Umbra e l'Incendio in Città, dipinte intorno agli inizi degli anni Venti.

FORTEBRACCI, ANDREA "BRACCIO DA MONTONE"
1368 - 1424 (capitano di ventura)

Andrea Fortebracci, nasce a Montone da una famiglia della nobiltà perugina, messa al bando poco tempo dopo la sua nascita, a causa delle insanabili rivalità fra le fazioni per il controllo del territorio e del governo di Perugia. L'episodio segnò profondamente la sua infanzia, facendo maturare in lui l'irrefrenabile desiderio di governare la città di Perugia. A tale scopo iniziò a raccogliere un vasto esercito, facendosi immediatamente notare come stratega in ambito militare. Si arrivò allo scontro il 15 luglio 1416 nella battaglia di Sant'Egidio, al termine della quale Braccio da Montone prese la città di Perugia e ne fu acclamato signore.
Ma il sogno del condottiero e uomo politico Fortebraccio era quello di creare uno stato più ampio in Italia centrale, con capitale Perugia. Tale progetto non poteva passare inosservato, attirando l'attenzione e le ire del papa Martino V, il quale vedeva i possedimenti dello Stato della Chiesa diminuire progressivamente.
Braccio da Montone venne prima colpito da scomunica, poi minacciato da una coalizione senza precedenti. Gli eserciti giunsero allo scontro sotto le mura della città dell'Aquila il 2 giugno 1424. Tre giorni più tardi il condottiero Fortebraccio venne mortalmente ferito e il suo corpo tumulato in terra sconsacrata.

MORLACCHI, FRANCESCO
1784 - 1841 (compositore)

Francesco Morlacchi fu compositore e operista perugino che contribuì in modo determinante alla diffusione del gusto italiano nel mondo. Molto precoce e prolifico, vide la sua prima opera (Corradino), rappresentata in teatro a Parma, ripresa in seguito anche dai teatri di Roma e Milano.
Lavorò il Germania, dove assunse il ruolo di Maestro di Cappella dell'Opera italiana a Dresda, posto che alla sua morte, sarà occupato da Richard Wagner.
La sua opera di maggior successo, il Tebaldo e Isolina, viene messa in scena per la prima volta nel Teatro La Fenice di Venezia nel 1822. Opera di grande fortuna che conobbe un'enorme diffusione, fu rappresentata per una decina d'anni in oltre 40 città.

PENNA, SANDRO
1906 - 1977 (poeta)

Sandro Penna nasce a Perugia, dove compie un curriculum di studi tortuoso e piuttosto irregolare. Poco più che ventenne si trasferisce a Roma, dove visse fino all'ultimo dei suoi giorni, escludendo una breve parentesi di vita nella città di Milano.
L'attenzione del poeta Umberto Saba gli consente di pubblicare le sue prime poesie su "L'Italia Letteraria", nel 1932, il quale lo incoraggia a proseguire e coltivare i suoi versi.
Le prime raccolte usciranno solamente nel dopoguerra. Una strana gioia di vivere nel '56 e Croce e delizia nel '58. Seguirono dodici anni di silenzio, interrotti dalla pubblicazione da parte della Garzanti di Tutte le poesie di Penna, fra le quali spuntano importanti inediti.
Altri scritti di Sandro Penna vedranno la luce solo dopo la sua morte, con il titolo di Stranezze e Confuso sogno.
La sua posizione appartata e indifferente rispetto al clima culturale dell'epoca, lo rende estraneo ai circuiti poetici ufficiali, sottovalutato dalla critica se non decisamente ignorato.

PREZZOLINI, GIUSEPPE
1882 - 1982 (letterato)

Giuseppe Prezzolino nasce a Perugia, ma quasi per caso, poichè il lavoro del padre (Prefetto del Regno), costringeva a sua famiglia a spostarsi molto. Studia da autodidatta nella fornitissima biblioteca paterna, dedicandosi già dall'età di 21 anni all'attività di giornalista.
Si trasferisce prima a Parigi, poi, dopo aver partecipato alla Prima Guerra Mondiale come capitano dell'Esercito Italiano, nel 1929 sbarca negli Stati Uniti, dove insegnerà alla Columbia University di New York.
Tornato in patria si dedica alla professione di scrittore ed articolista (Resto del Carlino), collaborando con varie case editrici, curando traduzioni e la pubblicazione dei suoi libri.

SIGNORELLI, LUCA
1448 - 1523 (pittore)

Luca Signorelli nasce a Cortona, ma vive e si forma nello stesso ambiente artistico del Perugino, dipingendo inizialmente presso la scuola di Piero della Francesca e frequentando a Firenze la cerchia del Verrocchio. Contrariamente ai suoi contemporanei però, sviluppò un linguaggio personalissimo, assai diverso e per molti versi opposto a quello del maestro umbro, tutto improntato all'esaltazione del dinamismo e al risalto plastico-volumetrico. Non condivide nulla con i suoi predecessori, portando così la critica a considerarlo come un elemento distinto da quella scuola.
Lavorò a Roma nel 1482 alla decorazione della Cappella Sistina, mentre qualche anno più tardi fu a Perugia, dove per il Duomo dipinse la Pala Vagnucci, la quale presenta pienamente i caratteri che resteranno distintivi nel Signorelli.
Ma l'opera per la quale il Signorelli merita un posto eminente nella storia dell'arte è senza ombra di dubbio la decorazione della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, eseguita fra il 1500 e il 1502. I grandiosi episodi ritratti rappresentano Storie dell'Anticristo, il Giudizio Universale, la Resurrezione dei Morti, i Dannati, l'Inferno e il Paradiso e i Beati. Le scene sono tratte principalmente dai Vangeli Apocrifi, ma anche dall'Apocalisse di San Giovanni e dalla Legenda Aurea, raccontate con grande libertà e fantasia, regalando grandiose ed originali composizioni che impongono al centro dell'attenzione la figura umana nuda e in movimento, trattata con un'intensità mai vista prima. Lo studio dell'effetto drammatico del corpo, le virtuose anatomie dei nudi, che spesso prescindono da qualsiasi valutazione religiosa o di carattere morale, costituiscono nel loro insieme una stupenda scenografia umana.
La ricerca di una pittura in grado di esprimere quel profondo senso di inquietudine e la necessità di attingere a sempre nuove fonti di ispirazione, resteranno i tratti più tipici dell'arte del Signorelli.

VAIME, ENRICO
19 Gennaio 1936 (autore)

Enrico Vaime si laurea in giurisprudenza a Napoli. Nel 1960, tramite l'ultimo concorso pubblico della storia della Rai, vince una borsa di studio che gli consente di frequentare per due anni la sede milanese dell'azienda di viale Mazzini.
In seguito sceglie di dedicarsi alla libera professione di autore televisivo e teatrale, collaborando alla realizzazione di numerosi programmi televisivi, sceneggiature teatrali e fiction. Firma trasmissioni quali Canzonissima, Tante scuse, Italian Restaurant, e i musical Anche i bancari hanno un'anima, Pardon Monsieur Molière, Un figlio a metà, in collaborazione con la coppia Garinei e Giovannini.
Pubblica sedici libri, fra i quali Amare significa, Tutti possono arricchire tranne i poveri, Le braghe del padrone, vincendo anche numerosi premi letterari e giornalistici.
A partire dal 1980 conduce una fortunata trasmissione radiofonica in onda su Radiodue il sabato mattina, Black Out, mentre dal 2002, all'interno del contenitore mattutino Omnibus, in onda quotidianamente su LA7, partecipa con la rubrica "Traffico & Traffici", una decina di minuti durante i quali le informazioni stradali sono il pretesto per sbrigliare il proprio punto di vista ironico sull'Italia e i suoi personaggi.
Sempre su LA7, dal 2005 e in collaborazone con l'Istituto Luce, conduce Anni Luce, un programma di costume che attraverso spezzoni di interviste e film d'epoca, illustra la società italiana e i suoi cambiamenti dal secondo dopoguerra ad oggi.

VANNUCCI, PIETRO "IL PERUGINO"
1448/50 - 1523 (pittore)

Pietro Vannucci, detto il Perugino è forse il figlio più eccellente della città di Perugia, anche se "adottivo". Nasce difatti a Città della Pieve, formandosi grazie all'insegnamento diretto di Piero della Francesca.
Il Perugino si afferma come il massimo esponente e il primo artista veramente rinascimentale della scuola umbra.
Le testimonianze documentano la sua presenza a Firenze, dove molto probabilmente entrò in contatto con la bottega del Verrocchio e dove, nel 1472, venne iscritto alla Compagnia di San Luca, l'organizzazione corporativa delle Arti che raggruppava i pittori della città.
Appartengono a questa prima fase opere quali la Madonna con Bambino e Angeli (National Gallery, Londra), nella quale molto evidenti sono i segni di una cultura artistica molto composita, che risente fortemente del tirocinio presso il Verrocchio e dell'incontro con i maggiori esponenti della nuova generazione, come il Ghirlandaio, il Botticelli e Leonardo. Tuttavia le opere di questo periodo recano già caratteristiche tipiche dell'arte del Perugino, il suo effetto spaziale, l'intonazione serena e contemplativa, l'equilibrio compositivo statico.
La città di Perugia ospita numerose opere di Pietro Vannucci, la maggior parte delle quali sono raccolte nella Galleria Nazionale dell'Umbria, dove sono custoditi la maggior parte dei dipinti dell'artista presenti a Perugia. Fra i più celebri si annoverano la Pietà del Farneto, la Pala di Santa Maria dei Servi, il San Sebastiano, il Polittico dei Silvestrini e altri ancora.
Le restanti opere presenti in città sono visibili presso il Collegio del Cambio, splendidi affreschi eseguiti fra il 1496 e il 1500, probabilmente con l'aiuto del giovane Raffaello, al Monastero di S. Agnese, a Palazzo Baldeschi, presso l'Abbazia di S. Pietro, la Chiesa di San Severo e la Cattedrale di San Lorenzo.

Storia della città
Storia della città Modernità e tradizione
si fronteggiano da sempre nella città di Perugia, un luogo in cui monumenti antichi e moderni convivono all'interno di un mosaico urbano dalla bellezza impareggiabile...

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Periodo etrusco Ai tempi in cui il bacino del lago Trasimeno si estendeva anche alle vallate vicine, il fiume Tevere fu testimone della discesa di un popolo che armato di lance, spade, archi e frecce di bronzo...

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L'età moderna Nel 1549 Paolo III muore, al termine di un decennio che lo aveva visto protagonista assoluto nell'ambito delle vicende cittadine. La seconda metà del XVI secolo apre un periodo di grande decadenza...