La storia

Il Beato Egidio di Assisi, terzo compagno di San Francesco, fu il primo frate a vivere a Monteripido. Vi giunse, probabilmente, appena tre anni dopo la morte di San Francesco, nel 1229. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1262, Giacomo di Bonconte Coppoli donò il colle di Monteripido ai frati, perché vi si stabilisse una comunità religiosa che mantenesse vivo il culto e la memoria del Beato Padre Egidio e della Beatissima Vergine Maria. La Comunità francescana continuò il suo cammino di evangelica testimonianza e il Convento del Monte rappresentò per tutto il secolo XIV un luogo ideale della vita eremitica.
Verso il 1370 ebbe origine il grande movimento dell'Osservanza per opera di Fra Paoluccio della nobile famiglia folignate dei TRINCI. Sulla scia aperta da fra Paoluccio camminarono uomini straordinari, che brillarono per santità di vita, dottrina e predicazione e che vissero qui al Monte, come San Bernardino da Siena, che vi istituì uno Studium generale ; dopo la sua straordinaria conversione, San Giovanni da Capestrano indossa l'abito francescano a Monteripido e compie qui l'anno di noviziato; San Giacomo della Marca, che dimorò a lungo al Monte, ricevette all'Ordine francescano uno stuolo di giovani universitari, trascinati dalla sua eloquenza e dalla forza interiore della sua personalità. Qui, nel 1462, nacque l'idea dei Monti di Pietà: frate Barnaba Manassei da Terni, frate Michele Carcano da Milano, frate Fortunato Coppoli da Perugia, il Beato Bernardino da Feltre ne furono gli ardenti propagatori.
Nel 1490 fu affidato ai frati dell'Osservanza il compito di rinnovare il catasto di Perugia e ai primi del 1500 RAFFAELLO saliva il colle per stipulare il contratto per l'Incoronazione di Monteluce e il PERUGINO lavorava a diverse opere, attualmente conservate alla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia.
Tempi turbinosi volsero per Monteripido nei secoli XVIII e XIX; prima la soppressione napoleonica, poi quella italiana del 1860, dispersero i frati e le loro opere. Ma il glorioso Convento ritornò a pulsare di nuova vita e di fervente attività. E quando nel 1899 il Comune di Perugia ebbe dai frati del Monte una parte dell'orto per la costruzione del grande serbatoio dell'acquedotto di Nocera, quel gesto segnò una delle prime tappe della riconciliazione tra le autorità civili e religiose dopo la raggiunta Unità d'Italia e riconquistò all'Ordine di San Francesco tutta la devozione del popolo perugino.
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